venerdì 29 gennaio 2010
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Il movimento “SUD” nasce per dare maggiore spinta energetica alla crescita del territorio, come risposta alle esigenze di una sua migliore vitalità culturale, sociale ed economica.
“SUD” vuole essere il fattore di forte aggregazione per un’attività allargata a quanti, fermamente convinti, credono nelle potenzialità del nostro meridione e vogliono impegnarsi in prima persona.
Un convincimento destinato a scalzare l’immobilismo che ha consentito, fino ad oggi, di essere spettatori inerti in uno scenario in cui eravamo inconsapevoli protagonisti.
Riappropriarci del mezzogiorno per farne la nostra risorsa primaria, nazionale ed euromediterranea, è la ragione essenziale di questa sperimentazione movimentista.
Generare un vero e proprio “Rinascimento” meridionale è l’obiettivo principale del movimento che, pur fedele agli antichi valori, si propone di riorganizzare sul territorio metodi e strategie, per determinare - in piena autonomia - il meritato protagonismo del suo stesso sviluppo.
“SUD” chiama il sud. Rispondere significa già vincere.
2 commenti:
ROMA (28 gennaio) - «La Puglia, ancora la Puglia!». Nervoso e irritato per i «troppi veti locali», Silvio Berlusconi ieri pomeriggio alla fine è esploso prendendosela, a palazzo Grazioli, nuovamente con Raffaele Fitto. Al ministro pugliese, che aveva pensato di trovare in Rocco Palese la sintesi giusta dentro il Pdl per concorrere alla presidenza della regione, Berlusconi ha attribuito molte delle responsabilità per l’attuale situazione e c’è il rischio concreto che alla fine nel ”pacchetto” ci finisca anche la vicenda Tarantini con tutto il cotè di escort pugliesi che troppo bene all’immagine del premier non hanno fatto. Nel tritacarne del Cavaliere sono però finiti ieri pomeriggio i vertici del partito sul quale il Cavaliere ha scaricato la responsabilità di «complicare maledettamente» un risultato che solo qualche settimana fa sembrava scontato. Invece coordinatori nazionali e regionali, ministri e ras locali, «si stanno - a giudizio del Cavaliere - ritagliando la loro piccola fetta di potere sul territorio senza pensare al risultato finale». «Come in un castello di cartello di carte. Si sostengono tutti tra loro e poi sono io a pagare il conto», è sbottato il premier ieri sera.
E così l’ira del Cavaliere per i troppi veti locali e nazionali, si è scagliata non solo contro Fitto ma anche contro buona parte dei vertici del Pdl, Bondi escluso, e con gli stessi alleati. La Lega non vuole l’Udc al Nord. Gli ex An vogliono i centristi nel Lazio e in Calabria ma non in Puglia. In Liguria c’è chi pensa che il Pdl non abbia bisogno di nessuno, mentre Biasotti incontra Casini. Nelle Marche si litiga. In Campania c’è un sottosegretario che continua a dire no all’Udc, mentre un ministro e un vicecapogruppo danno l’intesa per fatta.
Proprio un posto nel governo Berlusconi ha proposto alla tenace senatrice Poli Bortone che però di rientrare nella ”casta” da sottosegretario, non sembra avere voglia e ieri pomeriggio ha giocato a sparigliare anche con i vertici dell’Udc locale e nazionale. «Per mettere d’accordo tutti si perde di vista l’obiettivo che è quello di battere Vendola», sosteneva uno degli emissari a Roma dei centristi. Sondaggi alla mano anche Berlusconi sa che la Poli Bortone è l’unica che potrebbe competere con il candidato del centrosinistra, ma sulla sua strada non c’è solo il partito che sul territorio promette di «andare al mare» il 28 marzo piuttosto che votare per la leader di ”IoSud”.
Berlusconi ha però assolutamente bisogno di conquistare la ”bandierina” da mettere sulla Puglia. Resta da vedere alla fine quale sarà il costo e se, oltre a dover riconoscere l’esistenza dei due forni centristi, avrà la forza di imporre al territorio nomi e intese che potrebbero non condividere. Così come è già accaduto in Sicilia, anche dalla Puglia arrivano segnali imbarazzanti per il neonato-Pdl. Un partito che fatica a gestire il territorio ma che è pronto ad organizzare comitati per lottizzare i posti nei listini.
Sarà il terzo incomodo tra il governatore comunista Nichi Vendola che punta al bis, e Rocco Palese del Pdl. Per quali circostanze Adriana, una vita nel Msi-An, si sia indotta a salire sulla zattera alla deriva di Pierferdy merita il racconto e giustifica il tono letterario dell'incipit.
Diventare governatore della Puglia è da tempo l’idea fissa della leccese Poli Bortone. Gianfranco Fini in persona, il suo ex leader, le aveva dato il via libera di giocarsi la carta nominandola nel 2006 coordinatrice di An in Puglia. In questa veste, e col piglio che le ha dato madre natura, Adriana ha braccato Vendola. Convinta che inguaierà la Puglia come Bassolino la Campania, la signora ha denunciato le magagne della sanità precedendo i magistrati. Ha puntato il dito sui rifiuti che si accumulano a ritmi napoletani dopo il blocco dei termovalorizzatori voluto da Nichi per fisime ecologiste di tipo pecoraroscaniesco.
Eletta trionfalmente, la neosenatrice si aspettava un ministero per lenire l’attesa della poltrona pugliese. L’accordo era per le Politiche comunitarie, dicastero che le andava a pennello essendo eurodeputata da dieci anni. In extremis, c’è stato però il voltafaccia di Fini che le ha preferito l’aggraziato Andrea Ronchi.
In seguito a ciò abbandonò il gruppo dtl Pdl a Palazzo Madama, si trasferì in quello dell’Udc e fondò un suo partito «Io Sud» che, già dal nome, più autoreferenziale non si può.
Contrastata dagli ex aennini del Pdl che le preferiscono Palese,viene candidata dall'Udc come presidente della regione Puglia per il terzo polo ,inducendo Berlusconi a lanciare un appello: Adriana si ritiri e altrettanto faccia Palese, il candidato Pdl, ne troveremo un altro che ci piaccia a tutti (il magistrato Stefano Dambruoso).
Ma lei è troppo adirata con Raffaele Fitto, l’ex governatore pugliese di centrodestra. Il giovanotto ha lavorato a lungo per impedirle di essere la candidata del centrodestra. Affetto da napoleonismo, Fitto non tollera concorrenza locale di personaggi popolari. E Adriana lo è. Per bloccarla ha sostenuto Rocco Palese, già suo braccio destro ed eccellente assessore al Bilancio della Regione (lasciò le casse pingui). Ma spirito di vendetta a parte, se desse retta al Cav, Poli Bortone dovrebbe rinunciare perfino al tentativo di sedere sulla sospirata poltrona. Farà il sacrificio?
Insomma, un pasticcio.
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