sabato 9 maggio 2009

LUIGI COLELLA CANDIDATO ALLA PROVINCIA PER "IO SUD" NEL NOSTRO COLLEGIO


5 commenti:

IOSUD - SANNICOLA ha detto...

“Io Sud” replica alle dichiarazioni dell’assessore Marti
Lecce (salento) - “L’Assessore Marti trasuda paura ipotizzando una verità che è solo immaginata nei discorsi fatti al bar con i suoi amici di partito”. E’ la dura replica che arriva dalla segreteria politica di Io Sud in risposta al comunicato stampa dell’Assessore Marti.

“Io Sud si presenta all’elettorato con la trasparenza di un programma calibrato sulle necessità dei salentini e con la forza di una leader che in quarant’anni di attività politica, svolta a tutti i livelli, da Ministro a Sindaco, non ha mai abbandonato o tradito i valori della destra, e nemmeno li ha barattati in cambio di pochi voti in Consiglio Comunale, ma ha contribuito a diffonderli fino farli diventare patrimonio di una collettività, una comunità che in riconoscenza ha tributato ad Adriana Poli Bortone al suo secondo mandato il 70% delle preferenze.

Preferenze grazie alle quali è stato possibile nominare assessori anche quelli che oggi “provano imbarazzo” a sedere con lei in Giunta e che senza di lei sarebbero proprio come il loro candidato: “dottor nessuno”

Chiariamo a Marti, a scanzo di equivoci ed una volta per tutte – prosegue il comunicato della segreteria politica - che Io Sud si candida a vincere al primo turno e se ciò non sarà possibile si candida a vincere al ballottaggio dove non è affatto detto che a competere ci sarà ancora il PDL come risulta evidente dai sondaggi, non commissionati da organi di partito, che danno la coalizione di Gabellone in coda .

E nessuno si può aspettare di più da questo centro destra “nominale” considerata la becera campagna che va conducendo, incapace, com’è, di produrre un idea, che non sia un’offesa o un accusa. Capace invece di litigare anche con una delle liste che compongono la sua stessa coalizione, i Liberali ,che promettono di rivolgersi al TAR per i criteri di arrogante selezione adottati dal coordinatore provinciale.

Allo stesso modo il PDL non può aspettarsi di essere nelle preferenze dell’elettorato, proprio a causa di quell’immobilismo di cui l’assessore Marti si scrolla di sopra le responsabilità per addebitarle ad altri.

Le “condizioni proibitive ereditate” dovevano essere ben note all’Assessore come al Sindaco Perrone, considerato che entrambi hanno svolto ruoli di peso nei precedenti anni di consiliatura Poli con i mandati di assessore ai servizi sociali il primo e di assessore al bilancio e vicesindaco poi il secondo.

E infine – conclude la segreteria – le “condizioni pesanti” dovevano essere note anche quando l’intera campagna elettorale dell’attuale sindaco è stata improntata nel segno della continuità facendo campeggiare sulle gigantografie lo slogan “il futuro si vede dal passato”.

Magari.

L’amara considerazione è che questa amministrazione di burocrati, del passato non mantiene nè il ricordo, né la riconoscenza.

Anonimo ha detto...

Luigi è una persona semplice e competente.
Ma quell'altro non era del PDL ? Che ci fa in una lista civica? Se ne vedono delle belle, cambiano casacca a convenienza!

Anonimo ha detto...

Luigi ti ho asclotato oggi su radio egam, bravo.

Anonimo ha detto...

Sanità : Pm Bari, richiesta di arresto per Fitto
Inviato da Onofrio Bruno
mercoledì 21 giugno 2006
Richiesta di arresto per l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto, in un'inchiesta della Procura di Bari su presunte
tangenti nella sanità. Richiesta di autorizzazione a procedere per l'attuale deputato di FI, altri due arresti e numerosi
indagati.
L'inchiesta riguarda il presunto illecito affidamento al consorzio San Raffaele di Roma dell'appalto da 198 milioni di euro
per la gestione di undici residenze sanitarie assistite (Rsa).

Secondo l'accusa per l'affidamento dell'appalto sarebbe stata versata una tangente da 500 mila euro al movimento
politico creato da Fitto per le regionali dell'aprile 2005, «La Puglia prima di tutto».

Arrestati due imprenditori, il presidente del Consorzio 'San Raffaele' di Roma e consigliere della Finanziaria 'Tosinvest'
per la vicenda della sanità, ed il proprietario della tv salentina Telerama per un'altra vicenda.

Fitto ha definito le accuse una "storia assurda".

seguono dettagli





Ruota intorno alla figura dell'ex presidente della giunta regionale della Puglia, attuale parlamentare e coordinatore
regionale di Forza Italia, Raffaele Fitto e al suo movimento politico 'La puglia prima di tutto', creato nel 2005 per
rafforzare la coalizione della Casa delle Liberta' nelle elezioni, l'inchiesta della Procura di Bari che ha portato il gip del
Tribunale del capoluogo pugliese Giuseppe De Benedictis a emettere tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti
domiciliari nei confronti dello stesso Fitto, risparmiato dal provvedimento in quanto parlamentare, e a due imprenditori:
Giampaolo Angelucci, 35 anni, presidente del Consorzio 'San Raffaele' di Roma e consigliere della Finanziaria
'Tosinvest' e di Paolo Pagliaro, proprietario della tv salentina Telerama. L'accusa, a vario titolo e' di falso continuato,
corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Il periodo incriminato e' quello precedente e successivo proprio alle
consultazioni regionali poi perse contro l'acvversario del centrosinistra Nichi Vendola. Nell'inchiesta vi sono anche 20
indagati tra dirigenti della Tosinvest, funzionari regionali e della Seap, la societa' che gestisce gli aeroporti pugliesi,
partecipata quasi esclusivamente dalla Regione Puglia, e l'arcivescovo di Lecce Cosmo Francesco Ruppi, presidente
della Conferenza Episcopale pugliese. Quest'ultimo e' accusato di concorso in corruzione in relazione alla questione dei
fondi destinati agli oratori.

L'inchiesta, condotta dai pm Renato Nitti, Lorenzo Nicastro e Roberto Rossi, si e' avvalsa di intercettazioni telefoniche e
ambientali utilizzate per avvalorare alcune tesi investigative.

Si tratta di due vicende diverse ma collegate tra di loro sia per ragioni cronologiche, quello precedente e immediatamente
successivo alle elezioni regionali, che per la ''utilizzazione privata di pubbliche funzioni'' come l'ha definita il procuratore
aggiunto Marco Di Napoli.

La prima si riferisce a una presunta tangente di 500 mila euro che la finanziaria Tosinvest, di cui Angelucci e'
componente del consiglio di amministrazione, avrebbe versato in varie rate sulle casse della 'Puglia Prima di Tutto',
precisamente sul conto corrente aperto in un'agenzia del Banco di Napoli a Maglie, la cittadina del leccese dove risiede
Fitto. Questi versamenti, iniziati il 4 marzo del 2005 e terminati il 6 maggio successivo, sarebbero stati fatti parzialmente
transitare (circa 100 mila euro ciascuno) per motivi che gli inquirenti hanno detto di voler approfondire su due conti
correnti intestati all'Udc e accesi rispettivamente in un'agenzia della Banca Carime di Rogliano in Calabria

, e in una dell'Istituto San Paolo-Banco di Napoli di Roma.

Grazie a questi versamenti la Fondazione San Raffaele di Roma si sarebbe aggiudicato l'appalto per la gestione di 11
Residenze Sanitarie Assistite per anziani in Puglia. Un affare da oltre 190 milioni di euro. Successivamente alla sconfitta
di Fitto, ci si sarebbe adoperati per far gestire ulteriori 4 Rsa in Puglia sempre alla stessa Fondazione ma la struttura
amministrativa della Regione Puglia, e in particolare il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale, secondo quanto riferito
dai magistrati, si sarebbe opposta considerandola una questione non di ordinaria amministrazione.

La seconda vicenda sarebbe quella dell'assegnazione senza gara pubblica all'emittente televisiva Telerama della nuova
aerostazione di Bari-Palese, inaugurata alcuni mesi prima delle elezioni. Un contratto oneroso che coinvolgeva anche
emittenti locali ma le misure cautelari sono state ravvisate solo nei confronti di Paolo Pgliaro, proprietario di Telerama,
accusato di corruzione. In cambio, secondo l'accusa, l'emittente si sarebbe impegnata a dare un certo spazio alla
propaganda del movimento politico 'La Puglia prima di tutto' alle elezioni regionali del 2005.

L'ex presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, e' accusato di due episodi di falso, di altrettanti episodi di concorso
in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, e di concorso nel finanziamento illecito ai partiti.

Fitto, e' accusato di due episodi di falso, di altrettanti episodi di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio,
e di concorso nel finanziamento illecito ai partiti.

Nell'ambito dell'inchiesta il Nucleo di Polizia tributaria della Gdf ha effettuato un sequestro preventivo di beni immobili,
autovetture, quote societarie e conti correnti

riconducibili ai tre destinatari dei provvedimenti cautelari per circa 54,5 milioni di euro ritenuto dagli inquirenti il profitto
dell'appalto sulle Residenze Sanitarie Assistite. Sequestrata anche la somma di 500 mila euro, relativa alla presunta
tangente.

A Montecitorio i militari della Guardia di Finanza hanno depositato stamane la richiesta del gip De Benedictis di
autorizzazione a procedere all'arresto nei confronti di Fitto.

Anonimo ha detto...

La Cassazione conferma il sequestro di 500.000 € al ministro Fitto per la lista Puglia Prima di tutto.

21 Aprile 2009


Nuovi guai giudiziari all’orizzonte per Raffaele Fitto. La Cassazione ha confermato il sequestro dei 500 mila euro che l’attuale ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto all’epoca coordinatore della Puglia per Forza Italia versò sul conto dell’associazione “La Puglia prima di tutto”. La somma venne sequestrata nel 2006 dalla magistratura di Bari, sussistendo gli indizi del presunto reato di corruzione. I giudici della sesta sezione penale della Corte, con la sentenza 16725, hanno respinto sia il ricorso dell’ex coordinatore regionale di Forza Italia in Puglia, sia quello del pm inquirente che chiedeva di estendere i sigilli anche ad altri beni del ministro. Il sequestro, che era stato confermato dal Tribunale del Riesame pugliese il 7 luglio 2008, riguarda l’inchiesta aperta dalla magistratura barese sui rapporti che sarebbero intercorsi tra Fitto e l’imprenditore romano, “re” della sanità privata, Giampaolo Angelucci. Sia l’imprenditore, sia il ministro sono accusati di corruzione e secondo i pm Angelucci avrebbe versato la somma “in favore del movimento politico di Fitto” in cambio di agevolazioni negli appalti regionali della Puglia nel settore della sanità. Per la difesa di Fitto i soldi avrebbero dovuto essere restituiti sia “perché l’importo era già stato sequestrato all’imprenditore Angelucci, sia perché il bilancio dell’associazione dell’ex coordinatore regionale è stato trovato in regola, senza traccia di versamenti illeciti”. Una tesi che la Cassazione non ha condiviso: i giudici di merito hanno evidenziato la “possibile dispersione del bene sequestrato in vista di una successiva confisca” ritenendo invece che il sequestro sia giustificato anche dal cosiddetto “fumus commissi delicti”, ossia il fondato sospetto che il reato sia stato commesso, almeno a giudicare dagli elementi attualmente disponibili. Così è stata confermata l’ordinanza del Tribunale del riesame di Bari che aveva sequestrato l’importo, accogliendo le indicazioni in tal senso arrivate dalla stessa Cassazione . I giudici togati della Cassazione, il 20 settembre 2007, avevano annullato il dissequestro deciso dal gip il primo agosto 2006. Attraverso una nota stampa diramata ad alcuni organi d’informazione, Paolo Sisto, legale del ministro per gli Affari regionali, ha voluto rimarcare “la solerzia, con cui, soprattutto in periodo pre-elettorale, vengono distribuite non-notizie sulla vicenda giudiziaria di Raffaele Fitto, anche quando si tratta di situazioni di carattere esclusivamente tecnico e senza alcuna influenza sul merito. La scelta della Cassazione di non accogliere né il ricorso dell’accusa, né quello della difesa relativamente al sequestro operato sul conto de ‘La Puglia prima di tutto (e non su beni personali), prosegue il legale nella nota che risale al 19 marzo scorso e riguarda una somma abbondantemente compresa, peraltro in fase di sole indagini, in quanto era stato già sequestrato ad altri”. Un brutto boomerang per il nuovo movimento politico che tra poco si andrà a misurare alle urne elettorali e motivo di critica per gli avversari politici.