giovedì 7 maggio 2009

Giovedì 07 Maggio 2009 -GRUPPO CONSILIARE COMUNE DI LECCE "IO SUD" -Il capogruppo IO SUD Paolo Cairo interviene sulla "questione Io Sud" a pal. Carafa


Nel clamore che anima la politica di questi giorni, allontanandola da ciò che dovrebbe essere la sua funzione primaria, la verità è silente.
Non solo, da palazzo Carafa è sparito il rispetto dei ruoli e delle istituzioni per lasciare il posto all’arroganza e alla tracotanza, il solco della discontinuità rispetto alla precedente amministrazione, ora si, è stato tracciato indelebilmente e macchia tutto il buono che faticosamente è stato fatto in questi due anni.
La misura è colma e il vaso tracima sdegno.
Sia il sindaco, almeno per una volta, giudice onesto dei fatti per come si sono svolti e per come evolvono, cessando di essere espressione autentica della sua segreteria politica e smascheri alla città il vero artefice dell’ “immobilismo” che ingessa la Giunta: l’inettitudine e l’incapacità dei tanti che si celano dietro la veletta di un’inconsistente ragione politica.
L’alibi dell’ostruzionismo è durato sin troppo e non regge più.
Non c’è un solo esempio di mancata lealtà, di omesso sostegno al programma, di infedeltà al sindaco che si possa addebitare al gruppo di Io Sud.
E’ davvero difficile lavorare insieme in un progetto di città condiviso e competere lealmente nel differente modo di immaginare la Provincia dei prossimi anni?
Per esempio, senza troppi problemi, l’UDC è per il PDL valido alleato in Sardegna e fermo oppositore in Senato e Parlamento e analogamente l’UDEUR è in maggioranza nelle regioni rosse del Meridione ed è alleato del PDL per le amministrative e le europee.  
Né il PDL manifesta imbarazzo nel condividere il programma con 10 liste, differenti per ideologia ed estrazione, che rafforza reclutando ex militanti  PD cui affidare i più importanti ruoli amministrativi.
L’unica insofferenza è manifesta soltanto per agli assessori di Io Sud troppo vicini paradossalmente, per cultura politica, agli altri assessori di maggioranza.
E’ lecito pensare che la causa delle manifestate difficoltà sia la paura di misurarsi partendo tutti dallo stesso start, il timore per il differente peso carismatico dei leaders, l’angoscia per aver perso il vero motore della politica di destra impegnata in un progetto di identità territoriale.
Quale che sia la motivazione di questa penosa pagina politica, non si può pensare di annullare le scelte dell’elettorato senza considerare le conseguenze.
Se infatti le paure saranno anteposte alla volontà popolare, quale democrazia esprimerà il Consiglio Comunale?
Quale garanzia questi pavidi candidati potranno offrire, ripresentandosi agli elettori, di non alterare, ancora, secondo necessità e convenienza i risultati delle urne?
Allora che il Sindaco faccia chiarezza, dica che gli amici sono diventati nemici, da sconfiggere con qualsiasi arma, dica che c’è un pensiero che guida gli altri, un pensiero che utilizzando di volta in volta pesi e criteri diversi  genera e gestisce il caos, facendo apparire il contrario di ciò che realmente accade traendone vantaggio.

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